15 gennaio 2010 – CDT
Più volte, prima e dopo la votazione sui minareti, si è udita l’affermazione secondo cui le tre grandi religioni monoteiste, Cristianesimo, Ebraismo ed Islam, adorerebbero lo stesso Dio. Tale ingannevole asserzione è stata fatta anche da un riconosciuto rappresentante della Chiesa cattolica alla RSI, domenica 3 gennaio. In effetti Allah non ha nulla a che vedere con il Dio della Bibbia adorato da ebrei e cristiani ed è lo stesso Corano che, in più punti, ci indica che le cose stanno così. Fra i fondamenti irrinunciabili del Cristianesimo annoveriamo l’esistenza di un unico vero Dio, Dio trinitario, che ha generato un figlio, Gesù Cristo, morto e risorto per la remissione dei peccati di coloro che pongono in Lui la propria fiducia. Tutto ciò è riconosciuto da tutte le confessioni e denominazioni cristiane, ma, d’altra parte, tutto ciò è anche inequivocabilmente in contrasto con quanto leggiamo nel Corano, dove è detto più volte che Allah non ha figli (per esempio: Sura 6:101, Sura 9:30, Sura 19:88-92, Sura 23:91, Sura 43:81, Sura 112) e dove, nella Sura 19, viene addirittura affermato che attribuire un figlio ad Allah è qualcosa di mostruoso. Il Corano afferma chiaramente che Allah è unico e non esiste Trinità (Sura 4:171, Sura 5:72-73), anzi adorare Gesù è idolatria. Gesù è solo un uomo, non è Dio (Sura 3:59). Inoltre, sempre secondo il Corano, Gesù non sarebbe stato affatto ucciso né crocifisso, ma sarebbe stato elevato in Cielo da Allah (Sura 4:157-158).
Potrei continuare con le citazioni, ma, a questo punto, risulta fin troppo evidente che Allah non è, e non vuole nemmeno essere, lo stesso Dio che adorano cristiani e ebrei.
D’altra parte non mi sembra nemmeno di aver mai sentito, da parte di rappresentanti dell’Islam, un’affermazione in senso contrario; sono solo i nostrani difensori ad oltranza del multiculturalismo e dell’integrazione ad ogni costo che sono disposti anche a fare affermazioni manifestamente infondate pur di portare acqua al proprio mulino. È chiaro che non possiamo nasconderci dietro un dito: la nostra società sta diventando sempre più multiculturale ed è giusto che noi Svizzeri facciamo dei passi per facilitare l’integrazione di chi vuole realmente integrarsi, per accettare lo «straniero», per una pacifica convivenza fra le varie culture e religioni; ma ciò sarà possibile solo se tutti riconosciamo ed accettiamo che sussistono delle differenze che non possono essere annullate, misconosciute o camuffate ad arte come quella menzionata all’inizio di questo scritto.
Edo Pellegrini, Presidente UDF Ticino